Sul valore morale dell’Aufheben e la sua declinazione artistica.
Un’esposizione d’arte contemporanea s’illumina d’immenso se e solo se concettualizzata nella vita dell’artista. Una produzione artistica è dunque fine a se stessa (e perciò mero esperimento accademico) se decontestualizzata dalla morale dell’artista.
“Aufheben” (il superare conservando) è un concetto universale, un comandamento planetario che trova un riscontro potentissimo nella dialettica della realtà: tesi antitesi e sintesi. E così le mie opere vogliono essere il simbolo, o la macchia (indelebile) di un passato superato, ma conservato; il rantolo di una sublimazione. Il dolore (fulcro e fondamento di questo percorso) va rispettato, consacrato, metabolizzato, addomesticato.
Simili pensieri, in passato, venivano arsi in comunione al proprietario. Oggi godono di una vita ai margini della società: è l'indifferenza umana. Tuttavia,la dolcezza primordiale dei vostri sguardi (persi e al contempo ritrovati) si è rivelata per me un’inesauribile e letale fonte di ricchezza. Sfiorare il vostro Io mi ha reso un "Re" (Il re in ascolto); una passione la mia, tramutata in missione, di guerra e di pace e, come ogni missione che si rispetti, solennemente giuro di impegnarmi per resistere; di lottare per esistere.
Un pettirosso ha curiosato fra le mie opere: soavemente si posava dappertutto. L’ho visto entrare in una teca di vetro nel museo archeologico sottostante. Dubito ne sia uscito vivo. Un simbolo, una macchia. In arte, con l’arte, per l’arte.
Alessandro Gasbarri